Vivere, sopravvivere o morire. Quale sarà la fine di Facebook?
Era il febbraio del 2004 quando cinque giovani studenti dell’università di Harvard fondarono il colosso dei Social Network oggi chiamato Facebook.
Mark Zuckerberg, Eduardo Saverin, Andrew McCollum, Dustin Moskovitz e Chris Hughes decisero di creare un software web-based in grado di connettere tutti gli studenti della loro università in modo da potersi trovare agevolmente e soprattutto velocemente.
“Thefacebook” questo era il nome originale del primo sito internet che Mark Zuckerberg progettó.
Il nome prende spunto dal “The Photo Address Book” ribattezzato dagli studenti come “The Face Book”. Si tratta di un annuario fotografico distribuito ogni inizio anno agli studenti usato per individuarsi attraverso le foto e alcuni dati base.
“Everyone’s been talking a lot about a universal face book within Harvard. I think it’s kind of silly that it would take the University a couple of years to get around to it as I can do it better than they can, and I can do it in a week.”
Queste le parole di Zuckerberg al Crimson, il giornale dell’università di Harvard, per giustificare la nascita di Facebook.
Essendo il face book uno strumento fondamentale per la vita sociale degli studenti, poiché consente loro di vedere chi sono le new-entry, chi vive con chi, chi è figo e chi no… le parole di Zuckerberg non fanno una grinza. Perché attendere i tempi biblici dell’università quando lui è in grado di mettere in piedi il progetto in una settimana?
Zuckerberg: Un’altro genio che rimarrà nella storia.
Facebook è quindi un sito internet comodo ed utile e come molte delle piattaforme di successo studiate negli stanzini universitari non poteva che sfondare.
L’idea era vincente e ben presto il sito di networking venne reso disponibile in molte università americane e canadesi, per poi aprirsi a chiunque con un età superiore ai 13 anni e un indirizzo email valido a partire dal 26 settembre 2006.
In meno di due anni Facebook fece il botto!
Nato come semplice strumento di connessione, oggi Facebook non è sostanzialmente cambiato, si è solo leggermente evoluto.
Inevitabilmente il business entra in gioco e da semplice piattaforma di networking diventa una sofisticata rete di interconnessioni che mette in contatto potenziali acquirenti e in luce nuovi brand.
Macchina da soldi, non diversa da Google, ma del resto non si puó dire di no all’evoluzione… o dovrei meglio dire al business?
C’è un peró, c’è sempre un peró.
Gli utlimi dati statistici fanno pensare.
Reuters, grazie ad uno studio del secondo quarto del 2012 su un campione di 1,032 americani, riporta che il 34% degli utenti Facebook trascorre meno tempo sul Social Network rispetto ai 6 mesi precedenti. Solo il 20% degli intervistati dice di passare più tempo sul sito. Lo stesso studio riporta anche che 4 utenti su 5 non sono affatto influenzati dalla pubblicità, non proprio una bellissima notizia per gli investitori…
Facebook è quindi in declino.
Non lo è peró il mondo dei Social Media in generale.
Si stima che per la fine del 2013 ci sarà un incremento del 50% rispetto all’anno passato.
Personalmente penso sia un dato abbastanza veritiero.
L’avvento degli smartphone ha dato un boost non indifferente a queste piattaforme, oggi non piú legate al web browsing classico, ma supportate da app ad-hoc semplici ed immediate: evoluzione.
Evoluzione è la parolina magica.
Gli utenti, anche noi stiamo evolvendo.
Le nostre aspettative stanno cambiando e vediamo le cose che ci circondano in modo più critico.
Siamo inoltre abituati a cambiamenti continui, novità di ogni genere che il mercato ci propone e che vogliamo provare subito.
Il tempo che dedichiamo alle nuove app è poco e superficiale: installiamo, qualche click se ci piace l’interfaccia e con la stessa velocità cancelliamo se una virgola non ci convince.
Non abbiamo voglia di sbatterci più di tanto, semplicità e risultati subito, ecco cosa pretendiamo noi utenti evoluti.
Abbiamo inoltre poco tempo e troppe cose da fare e soprattutto ci annoiamo “in a blink of an eye”.
Sono poche le persone che conosco che non sono registrate al Social Network più grosso del mondo, esserci è una sorta di “must” e parlo veramente di pochi irriducibili.
Quelli che ne fanno parte, tutti, dopo la prima fase euforica hanno mollato un po’ il colpo.
E’ come dicevo prima, ci annoiamo alla velocità della luce del giochino nuovo e dopo poco ci stufiamo anche di leggere chi fa cosa e di postare noi stessi i nostri aggiornamenti futili.
Facebook inoltre, credo ormai agli occhi di tutti, ha perso il suo fascino iniziale.
Oggi è la piattaforma piú largamente utilizzata per intraprendere la strada del successo da parte delle aziende ed è palese. Pagine promozionali, concorsi, fan pages, brand strategy, advertising… tutte le carte vengono giocate per farsi conoscere e vincere e noi poveri utenti veniamo bombardati da pubblicità mirate, ne siamo invasi e anche questo ci annoia e personalmente mi irrita.
Vogliamo poi parlare della privacy?
Della serie: ci fidiamo ancora di Facebook?
Facebook è diventato un luogo spiacevole per molti, me per prima.
Condivide i nostri dati personali con chi lo usa come mezzo promozionale.
Si propaga in modo invasivo nelle vite dei nostri amici oltre che nelle nostre.
Subisce continui restyling e ogni giorno vengono corretti bug che non pensavamo potessero esserci (!) e come conseguenza ci ritroviamo attivi settaggi che prima non c’erano.
La normativa sulla privacy è chilometrica e non a caso sono molte le cause legali aperte a causa di… “misunderstanding”.
Meditiamo, meditiamo…
Mi nascono spontaneamente altre domande:
Cos’è oggi Facebook?
Qual’è la sua vera identitá?
Dove vuole arrivare?
Non ho le risposte, ma una cosa è certa: Facebook non sta crescendo.
Sono anni che non trova significative aree di crescita.
E’ in stallo.
Ad oggi è solo un grande sito internet, nulla di più e troppo poco per la velocità con la quale viaggia il mondo, un mondo aggressivo e competitivo.
Uno dei cinque fondamenti del comportamento umano cita:
Questo significa che tutte le nostre azioni nella vita sono volte al raggiungimento di un obiettivo.
L’obiettivo di Facebook a mio avviso dovrebbe essere quello di espandersi, evolversi, incassare sempre più, non fallire, ma lo sta inseguendo?
Oserei dire: “Non proprio.”
L’unica azione che il Social Network ha fatto recentemente per cercare di stare al passo con i tempi è stata l’acquisizione di Instagram (il popolare servizio basato su fotografie scattate e condivise dagli utenti mobile), ma è troppo poco e soprattutto è arrivato troppo tardi.
Facebook è grande abbastanza per poter vivere (o sopravvivere?) anche senza uno scopo nella vita. Gli investitori sono molti e i soldi non mancano, ma quanto può durare?
Dunque alla fine Facebook morirà?
Eric Jackson, analista di Ironfire Capital, sostiene di si e segna la sua morte entro il 2020.
Asserisce che: “Se Facebook non indirizza la propria capitalizzazione economica verso il mercato delle piattaforme mobile, il suo destino appare segnato.”
Non posso che essere in accordo con Jackson anche perché del resto tutto finisce prima o poi.
Che sia l’impero romano o MySpace, nulla è eterno e quando arriverà anche l’ora di Facebook, in quanti ne sentiremo la mancanza?
Barbara Catizone
Project Manager & Design Specialist - Specializzata in Web Design, HTML5, CSS & SEO. Appassionata di tecnologia e nuove tendenze. Sito internet: www.graphbabs.com